martedì 3 aprile 2007

QUINTO MARE



Tu immobile starai tra flutto e spiaggia,/ piccola – oh, un punto!…- in mezzo all’infinito. (A.Negri)



Giro alla ricerca di un appiglio,
tra un ciuffo d’alghe e un ghiozzo.
Povera è la pesca dopo la moria
generata da una chiazza di petrolio.
Casca la grandine ad ossigenare
il fondo del mare addormentato.

*

Tra l’ululare dell’antica pietra,
arrancava la donna,
lottando col vento e i mulini volanti.
Sorridendo ai crinali, saltando colline
sorpassava strapiombi,
si librava tra i fogli e le foglie.

In un seno di sabbia approdava
a dispetto del vento contrario.

*

Mi scopro leggera
a giocare coll’Acqua

il mio corpo
riassapora il piacere

nel blu trasparente
rimango a cullarmi

sospesa e sorpresa
risalgo

con un rivolo rosso sul polso.

La pelle graffiata
brucia, a contatto con l’aria.

*



Un copriletto di pioggia allontanava la donna dal mondo, in dono le dava un viaggio d’un giorno all’interno di un libro: una conchiglia intenta a cucire un cappotto pesante, un falò, uno stormo di uccelli, un’onda che rastrellava i giocattoli:


Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: “ No, non voglio vedere la televisione!” Alza la voce, se no non ti sentono: “ Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!” Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: “ Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!”. O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace. Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto naturalmente o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga. Col libro capovolto, si capisce. ( I.Calvino)



*

Tremule fantasie
frusciano nel fumo
del mio vizio antico
acceso tra le labbra;

giocano, nella mente,
cosciente dell’oasi
inconsistente,
tra sogno e veglia,
a riconciliare l’animo
con l’orizzonte
dell’andare quotidiano,
che dell’insieme uomo,
di rado, si rammenta.

A scavalcare
la soglia vegetale,
accolgo, senza remore,
le visioni scaturite
dalle unioni di parole.

*

Libera da stecche
fuori dal golfo ingessato,

a te, acqua,
offro il mio corpo
a te, onda,
di giocare con la nuca,
a te, mare,
di sommergermi,
tutta


al largo,

oltre la barriera delle alghe

lontana dagli sguardi,

laddove nuoto senza veste.

*

In bagliore d’Acqua,
tra scogliere turchine,

Scossa da piroscafi scorgo
un profilo d’Onda,
di Sale intrisa.

Con la liquida curva
mi preparo all’impatto.
Idilliaco anomalo incontro.

Corso d’acqua calda
coinvolge seni e ventre.
Goccia lungo il collo.

Svanita l’onda Solitaria,
resto promessa

a Futura Marea .



Ah,il mare!/Se potessi ancorarmi/Stanotte in te! ( E. Dickinson )

Nessun commento: